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La fine dei liquidi scomposti? Quali scenari per lo svapo?

 

La recente notizia del sequestro di un consistente deposito di liquidi scomposti di un noto player del settore ha gettato nel panico centinaia di imprenditori del settore dello svapo, specialmente in merito ai possibili sviluppi che a partire da questo provvedimento nasceranno riguardo l’intero mondo del vaping in Italia.

Il sequestro dei liquidi scomposti: che cosa rappresenta

Stando a quanto riporta sigmagazine, la Guardia di Finanza ha sequestrato quasi 400.000 millilitri di liquidi scomposti che, volendo esprimere tramite una comparazione con il tabacco, corrispondono a circa 2 milioni di grammi. L’accusa è quella di elusione fiscale, siccome il formato scomposto sarebbe stato pensato appositamente per non sottostare alla tassazione che grava sui liquidi pronti.

Non si tratterebbe quindi di evasione fiscale, situazione nella quale vi è un illecito riconducibile alla violazione della normativa vigente - quanto di elusione fiscale - un aggiramento di una norma tributaria per ottenere un beneficio fiscale.

Questa divergenza tra il recente provvedimento attuato e l’orientamento legislativo tuttora in vigore ci porta a riscontrare che vi è ragionevolmente un disallineamento nelle considerazioni sulla materia tra Monopolio e Guardia di Finanza:

- per il Monopolio i liquidi scomposti sono legittimi perché non costituiscono dei liquidi finiti, ma aromi che non possono essere svapati.

- per la Guardia di Finanza invece i formati dei liquidi scomposti nascono come escamotage per eludere la tassazione che ricade sui liquidi pronti.

Ad esempio, se i liquidi scomposti venissero mescolati dai negozianti a beneficio dei clienti che li hanno appena acquistati, si avrebbero all’atto pratico dei liquidi pronti per gli utenti finali sui quali non sono state pagate le tasse come avviene con i relativi omologhi in commercio.

La portata del provvedimento è molto più ampia delle conseguenze immaginabili per il singolo produttore oggetto del ritiro dei beni, siccome riguarda potenzialmente l’intero settore. Non c’è negozio di prodotti per lo svapo che non abbia sullo scaffale qualche varietà di liquidi scomposti, molto apprezzati dagli appassionati per formare la propria combinazione preferita di liquidi per svapare.

Tutte queste combinazioni di liquidi scomposti sono destinate a sparire?

Quali scenari per lo svapo dopo il sequestro dei liquidi scomposti?

A questo punto, si aprono diverse possibilità a seconda che il sequestro condotto venga reputato lecito o meno.

Se l’operazione dovesse essere confermata come espressione di una interpretazione normativa valida, significa che dovranno essere ritirati dal commercio tutti i liquidi scomposti, lasciando in vendita soltanto gli aromi puri e i liquidi pronti. In questo caso i negozianti sarebbero costretti a rimuovere le scorte dagli scaffali, pena il rischio di multe salate, a meno di eventuali accordi a riguardo.

Se l’azione al contrario si risolverà con un nulla di fatto, essa darebbe diritto ai titolari del marchio a ricevere un indennizzo per il sequestro subito.

Lo scenario pessimistico non è infondato. Anzi, il sequestro arriva pochi giorni dopo l’interpretazione dell’Agenzia delle dogane e monopoli che attesta che i negozianti non potrebbero fare assaggiare i liquidi, così come eseguire operazioni di miscelazione a beneficio dei clienti a vendita avvenuta. 

Unendo i puntini, si è portati a pensare che l’orientamento dello Stato sia indirizzare il vaping nella sola direzione delle pod ricaricabili, dei liquidi pronti e dei sistemi chiusi, scoraggiando o proibendo la diffusione dei liquidi scomposti.

I liquidi scomposti sono (o diventeranno) illegali? 

Ci troviamo al momento in assenza di una precisa fonte normativa in tale senso, che apre la strada a supposizioni in direzioni diametralmente opposte.

Le domande che ora ci poniamo sono:

  • I liquidi scomposti sono da considerare o meno prodotti liquidi da inalazione?
  • I liquidi scomposti possono essere o meno venduti, oppure se ne rischia il sequestro?

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è incaricata di fornire spiegazioni a riguardo, specialmente considerando il suo ruolo di partner privilegiato della Guardia di Finanza, con cui ha recentemente firmato un protocollo di sinergia e collaborazione.

L'Adm dovrà quindi esprimere un parere per chiarire se l'operato dei finanzieri sia legittimato da una base giuridica o meno.

Quelli più interessati all'argomento saranno in primis i negozianti che non sapranno più come muoversi, siccome una parte consistente del loro fatturato tramite le vendite nei negozi arriva proprio da questi formati scomposti (10+10 e soprattutto 20+40)

Composizione liquidi scomposti per svapo

I liquidi scomposti sono i formati principalmente distribuiti nelle fiere, quindi risulta inverosimile che l’intera filiale sia diventata illegale all'improvviso.

Probabilmente, da questo momento in poi i produttori non distribuiranno più liquidi in formato 10+10 e 20+40, ma in formati che non prevederanno di lasciare spazio vuoto nella confezione (ovvero 20ml verranno forniti in un flacone da 20ml e non da 60ml).

Nel peggiore dei casi, addirittura, l'interpretazione legislativa risultante potrebbe portare alla scomparsa di tutti i liquidi scomposti (10+10, 20+40, 10+90), lasciando in circolazione soltanto i liquidi pronti.

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Pubblicato in: Sigarette elettroniche